Notule
(A cura di
LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 08 giugno 2019.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Una diagnosi genetica di anemia di
Fanconi rivela due fenotipi sconosciuti con un grande impatto psichico. A causa di una frequenza molto
elevata di matrimoni tra consanguinei associata ad una tradizionale e costante
endogamia territoriale, in Nord Africa si registra una percentuale altissima di
malattie ad ereditarietà autosomica recessiva, con la co-occorrenza di due o
più malattie. Ben Haj Ali e colleghi riportano di una coppia di consanguinei
provenienti dalla Libia, la cui figlia era affetta da anemia di Fanconi e
presentava delle deformità ossee facciali non comuni. Lo studio citogenetico e
molecolare ha rivelato che la donna aveva un cariotipo 46, XY, ossia
un’identità cromosomica maschile che indicava un disturbo dello sviluppo
sessuale. I ricercatori hanno accertato le mutazioni responsabili dell’anemia
di Fanconi e del disturbo dello sviluppo sessuale; poi, incidentalmente, hanno
scoperto una nuova mutazione che può spiegare le deformità cerebrali, oculari,
facciali e scheletriche. Si comprendono i notevoli problemi psicologici
suscitati da questa difficile esperienza del proprio corpo, ma poco si sa di
quanto le alterazioni cerebrali possano aggiungere in termini psicopatologici. [Ben Haj Ali A., et al., Mol Genet Genom Med.
May 23: e694, 2019].
L’indice di massa corporea delle
persone affette da sclerosi multipla è più basso. Una meta-analisi di 25 studi sulla
valutazione dell’indice di massa corporea (BMI, body mass index) nella sclerosi
multipla ha rivelato un valore notevolmente più basso di BMI nella media
dei pazienti rispetto ai controlli sani. La valutazione meta-analitica ha
dimostrato che il valore era minore, sia negli affetti dalla forma
remittente-recidivante, sia in uomini e donne affetti da sclerosi multipla in
fase attiva. [Dardiotis E., et al., Neurol
Res. May 31: 1-11, 2019].
Meccanismo dei gingkolidi
che attenua il danno dei neuroni da α-sinucleina. L’accumulo di forme aggregate di
α-sinucleina è implicato nella patogenesi della
malattia di Parkinson, e l’eliminazione di questi aggregati è fra le strategie
terapeutiche attualmente allo studio. Hua e colleghi
di vari laboratori universitari di Jiangsu (Cina)
hanno prima osservato e dimostrato il ruolo degli astrociti nell’inglobare e
degradare aggregati di α-sinucleina attraverso
le vie dei proteasomi e dell’autofagia, e poi verificato la capacità di gingkolide B (GB) e bilobalide (BB)
di potenziare questa attività degli astrociti. [Hua J., et al. Cell Mol Neurobiol.
Jun 5, 2019].
Il ruolo dei periciti nella
patologia della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). La sclerosi laterale amiotrofica
(SLA o ALS, quale acronimo inglese di amyotrophic
lateral sclerosis), descritta per la prima volta dal neurologo francese
Jean-Martin Charcot nel 1869, è la forma più comune di malattia del motoneurone dell’età adulta, che si sviluppa come
processo neurodegenerativo ed evolve rapidamente, dopo l’insorgenza nell’età
media della vita di sintomi quali debolezza ingravescente degli arti, atrofia
muscolare e spasticità. Detta anche malattia di Lou Gehrig, dal nome del
celebre giocatore americano di baseball che ne fu colpito[1] si presenta in forme familiari (5-10% dei casi) e forme sporadiche (il
rimanente 90-95%), la cui causa non è ancora definita. L’atrofia e la paralisi muscolare sono la conseguenza della degenerazione
dei motoneuroni del midollo spinale e del tronco encefalico, la cui distruzione
priva di tono, trofismo e riflessi i muscoli, compromettendo progressivamente
le abilità motorie degli arti, la fonoarticolazione e la respirazione. Il
quadro clinico è aggravato e complicato dalla spasticità, che è conseguenza
della perdita dei neuroni motori della
corteccia cerebrale. Il processo patologico, infatti, interessa sia i motoneuroni superiori, sia quelli inferiori del sistema nervoso centrale,
evolvendo attraverso una serie di stadi che influenzano la dimensione, la
forma, il contenuto, il metabolismo e la fisiologia di queste cellule (v. Note e Notizie 01-03-14 La necroptosi
potrebbe essere un target terapeutico per la SLA).
Accanto al meccanismo autonomo di morte cellulare neuronica, è stata
provata l’importanza di meccanismi non autonomi, quali quelli che implicano
l’attivazione di microglia e astrociti, che contribuiscono alla distruzione dei
motoneuroni. Studi recenti hanno evidenziato un ruolo dei periciti in questi processi che
portano alla perdita delle cellule nervose motorie centrali. I periciti, che contribuiscono all’integrità e alla
funzionalità della barriera
ematoencefalica (BEE) e della barriera
ematospinale (BES), sono stati accuratamente
studiati da Coatti e colleghi per il ruolo che sembrano avere nell’aggravare la
perdita di motoneuroni nel processo neurodegenerativo della SLA. [Coatti G. C., et al., Adv Exp Med Biol. 1147:
137-146, 2019].
Le donne che esercitano coercizione
sessuale agiscono per ragioni e in modi diversi dagli uomini. Un nuovo studio, condotto da Hoffmann e Verona all’Università della Florida meridionale
a Tampa su un campione di 1199 studenti (756 donne), ha rilevato differenze
sostanziali fra uomini e donne nell’esercitare coercizione sessuale. Nei maschi
erano implicati tratti impulsivi-antisociali come particolarmente importanti
sia nella coercizione verbale (manipolativa) sia in quella non-verbale
(fisica), e questo rapporto era spiegato, almeno in parte, da motivi implicanti
il “potere”. Nelle studentesse, al contrario, i tratti psicopatici non
risultavano decisivi per l’esercizio della coercizione, che era invece
influenzato da motivazioni di valore affettivo ed emotivo. [Hoffmann A. M. & Verona E.
Aggress Behav. AOP – doi: 10.10002/ab.21841, May 20, 2019].
Le differenze fra i sessi sono il
principale ostacolo allo sviluppo di nuovi antidepressivi. Una disfunzione dell’asse
ipotalamo-ipofisi-midollare del surrene (HPA) è parte della fisiopatologia dei
disturbi depressivi, e non solo della depressione causata da stress cronico; per questo, la ricerca
psicofarmacologica negli ultimi due decenni ha sperimentato numerosi nuovi
composti diretti su quest’asse come antidepressivi. Sebbene i risultati
preliminari preclinici siano stati spesso molto incoraggianti, nella massima
parte dei casi la sperimentazione si è conclusa con un fallimento. Una
revisione accurata di questi studi ha individuato con precisione la causa degli
insuccessi: le differenze sessuali nella fisiologia dell’HPA sono ignorate o
trascurate dai protocolli di ricerca. Più in generale, l’argomento delle differenze
legate al sesso e ignorate dai ricercatori che continuano a impiegare solo
roditori maschi nella ricerca preclinica è stato spesso affrontato dai nostri
soci che, oltre a recensire i lavori scientifici che evidenziano questo
problema, stanno cercando di promuovere una piccola campagna di
sensibilizzazione tra i ricercatori.
Kokras e colleghi di scuole universitarie di psichiatria, neuroscienze e
farmacologia di Filadelfia, Vancouver e Atene, hanno analizzato gli studi di
maggior rilievo sulle differenze fra i sessi nella fisiologia delle principali
molecole dell’HPA, quali glucocorticoidi (cortisolo nell’uomo), CRH o CRF (corticotropin releasing hormone o factor) e vasopressina, e i composti
correlati, sottoposti a verifica come candidati antidepressivi. I ricercatori
hanno osservato che le molecole sperimentate negli studi di tossicità,
farmacocinetici e farmacodinamici su topi e ratti maschi, nella fase di sperimentazione
clinica erano somministrati a pazienti in gruppi composti prevalentemente, se
non esclusivamente, da donne. Non vi era un controllo per il sesso maschile, ma
al massimo una “correzione” teorica (adjusted
data) per potenziali differenze sessuali. Infatti, ordinariamente i trial
clinici degli antidepressivi non sono stratificati in base al sesso o ad altri
importanti fattori, sebbene i dati della ricerca di base e degli studi
epidemiologici supportino tali stratificazioni. In conclusione, Kokras e
colleghi notano che proprio lo studio dei composti che agiscono sull’HPA
suggerisce di concepire e realizzare trattamenti personalizzati basati sulle
peculiarità sessuali e su altre caratteristiche fisiologiche e fisiopatologiche
rilevate in gruppi più o meno estesi di soggetti. [Kokras N., et al., Br J Pharmacol
AOP – doi: 10,1111/bph.14710, 2019].
Notule
BM&L-08 giugno 2019
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of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come
organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Si veda, anche per l’ipotesi di un ruolo delle attività sportive nell’eziologia delle forme sporadiche: Note e Notizie 05-05-07 SLA, la malattia di Nuvoli, Welby e Coscioni.